Nota dell 'autrice:
Scrivo questo racconto ascoltando le note di "Un Giorno Migliore" dei Lùnapop. Buona lettura!
 
Un Giorno Migliore
2° parte
 
 
Era notte fonda, ma Oscar era ancora seduta sulla sedia. Il sonno non arrivava, stentava a dimenticare l’accaduto di qualche ora prima. Alain...maledetto Alain!!
Non l’avrebbe perdonato facilmente...ma non tanto per il gesto che aveva fatto, bensì per i sentimenti che aveva fatto esplodere in lei, i sentimenti e le sensazioni.
Da quella sera in cui Andrè si era dichiarato, aveva impiegato parecchio per dimenticare le sue sensazioni. Andrè era riuscito a scalfire il suo scudo di difesa, a mettere a nudo i suoi sentimenti di donna, le sue sensazioni innate. E lei, faticosamente, aveva ricostruito attorno a sé quel muro che la proteggeva dal suo vero io. Quel muro di falsità che l'aveva sempre corcondata, ma che non le dava modo di pensare. Ma ora Alain aveva fatto cadere anche quello.
<<Maledizione!! Maledizione a tutto! A mio padre! Ad Andrè! Ad Alain! Alla mia miserabile vita!>>
Si strinse nell’ampia camicia di Jacques, scossa da singhiozzi, tremante di freddo. Se essere donna significava soffrire così tanto, allora era meglio se fosse veramente nata maschio.
Gli uomini sono più forti e si fanno meno problemi, pensò, e io devo riuscire a diventare esattamente come loro.
Ma non si accorgeva invece che stava dicendo delle stupidaggini.
Si sorprese a pensare a sua madre. Sua madre che non l’aveva mai trattata da uomo, come invece aveva fatto il Generale suo padre. Aveva sempre avuto per lei le stesse attenzioni che attribuiva indistintamente alle altre figlie. Nei momenti salienti della sua vita di ragazza, sua madre era sempre stata presente. Madame de Jarjayes non aveva mai condiviso la scelta che suo marito aveva fatto per la loro figlia più piccola, ma aveva dovuto accettarla.
Sua madre...se si fosse confidata con lei, all’inizio, quando si sentiva innamorata di Fersen, forse molti problemi non sarebbero sorti. Sua madre le avrebbe sicuramente dato buoni consigli.
Il Conte di Fersen era stato il suo primo amore. Si era però resa conto subito che solo di una cotta adolescenziale si era trattato. Ma ne aveva sofferto.
Era difficile per lei ammettere di avere sentimenti tipicamente femminili nel suo cuore. Aveva sempre denigrato le frivolezze delle donne e ora invece si ritrovava a dover far fronte alle sue.
<<Mamma...cosa devo fare.....mamma>>
Le ore passavano, ma il sonno tardava ad arrivare. Avrebbe dovuto riposare perchè l’indomani avrebbe scortato il principe Aldelos di Spagna fino a Versailles e sarebbe dovuta essere sveglia e vigile.....quante cose erano successe....quante cose
.....Andrè.....starà dormendo Andrè? Avrà bisogno di qualcosa Andrè...starà bene......Andrè...
Con questo pensiero fisso alla fine Oscar piombò in un sonno profondo, stretta nella sua camicia maschile.

<<Oscar! Oscar! Sei sveglia? Oscar! E’ l’alba!!!>>
La voce di Andrè la svegliò dal suo torpore.
<<Andrè....>>
<<Posso entrare Oscar?>>
<<Ssi...un attimo...arrivo....>>
Scese di corsa dal letto e indossò la sua giubba blu, prima di aprire la porta.
Quando Andrè la vide, provò una tenerezza infinita per la sua Oscar...: i capelli arruffati, gli occhi pesti dal sonno...era terribilmente affascinante.....
<<Oscar...- disse, cercando di mascherare le sue sensazioni - non sei ancora pronta? Ti aspettiamo sotto allora...>>
Oscar aveva aperto la porta di scatto, e si era trovata davanti Andrè, in perfetta tenuta da soldato della guardia, impeccabile e sull’attenti.
<<Si, arrivo subito.....>> si richiuse l’uscio alle spalle e si avviò verso la tinozza dell’acqua. Spalancò la finestra prese una boccata d’aria.....un nuovo giorno stava per cominciare.
<<Buon giorno Comandante! Dormito bene?>>
Alain la salutò cordialmente, dal cortile della locanda, come se nulla fosse successo tra di loro la sera prima. L'ironia era l'arma vincente di quel ragazzo…
<<Alain, si grazie non c’è male>> fece finta di nulla.
Quando fu pronta e vestita scese dabbasso, del caffè pronto sul tavolo preparato dalla locandiera l’aspettava, fumante.
Dopodichè uscì, pronta ad affrontare la giornata.
Nell’ufficio della piccola caserma di Meudon l’aspettava il sindaco.
<<Comandante Jarjayes, buongiorno, spero che l’ospitalità di mia sorella sia stata di vostro gradimento>>
<<Grazie Mesieur Henry, sono stata benissimo, notizie dell’arrivo del principe?>>
<<Si Comandante. Dovrebbe essere a Meudon verso le 11.00>>
<<Benissimo. Allora gli andrò incontro con i miei uomini. >>
<<Bene, buona fortuna Comandante Jaryaes>>
<<Anche a voi!>>
Oscar montò in groppa a César e, insieme ad Andrè ed Alain si avviò incontro alla carrozza reale.
<<Soldati, cercate di tenere gli occhi aperti mi raccomando>> ordinò, non appena arrivata alla prima postazione di guardia, lungo la strada.
<<Sissignore, signor Comandante!>>
Strada facendo incontrarono la prima sezione dei soldati personali del principe. Parlavano il francese con spiccato accento spagnolo.
Quando videro Oscar, la quale si presentò con suo nome e grado, non nascosero un po' di stupore nei loro occhi, vedendo una donna al comando di un reggimento di soldati, ma durò pochi istanti.
<<Benvenuti in Francia, avete avuto problemi?>>
<<No Comandante Jarjayes, fortunatamente no, però ci hanno riferito che qui arriva il pezzo più difficile..>>
<<Ho messo alcuni miei uomini a pattugliare la strada dove dovrete passare. Andate avanti e fatevi riconoscere>>
<<Bene, grazie Comandante...>>
<<Noi andremo avanti, incontro alla carrozza del principe, al galoppo uomini!>>
Andrè ed Alain la seguirono. Dopo poco videro spuntare il muso dei cavalli della carrozza.

<<Sono Oscar Francois de Jarjayes, Comandate dei soldato della guardia nazionale, reggimento di Parigi e porgo i miei omaggi a Vostra Altezza>>
Il principe era un bell’uomo, di circa 40 anni, era accompagnato da sua moglie, Sua Altezza la Principessa Isabella e dalla figlia, una bambina di circa 6 anni. Seguivano il convoglio reale alcune cameriere.
Si erano fermati a riposare nella stazione di posta di Meudon.
<<Andrè! Guarda lì che roba....>> disse Alain rivolto all’amico, adducendo a due ragazze spagnole molto carine che emettevano risatine gorgheggianti dietro ai ventagli, in direzione di loro due.
<<Io mi prendo quella vestita di rosso, ti va bene l’altra?>>
<<Alain, ma che stai dicendo?>> Andrè fece finta di nulla, ma anche lui aveva notato lo sguardo di una delle due gentili donzelle spagnole.
<<Eddai Andrè!! Non mi dirai che non sai nulla del sangue “caliente” delle spagnole! Una volta ne conobbi una, in una locanda fuori Parigi, era una bomba!!>>
E si mise a ridere.
<<Mi sa che oggi facciamo giornata Andrè!!>>
E tutti e due si misero a ridere sguaiatamente, insieme ad alcuni soldati spagnoli.
Oscar era nel frattempo intenta a discutere col capitano delle guardie spagnole e non aveva udito una parola dei discorsi dei due soldati, ma quando si voltò vide che sia Alain che Andrè erano bellamente appoggiati al bancone della taverna impegnati in una conversazione con le due ragazze. Una delle due aveva appoggiato, con fare civettuolo, la sua mano su quella di Andrè.
Quella vista procurò ad Oscar un profondo fastidio, avrebbe voluto andare lì e separare i due ma la sua dignità e il suo orgoglio le impedirono di fare un ulteriore passo.

Era diventata parecchio sensibile dalla sera prima, aveva forse compreso molte cose...prima di tutto aveva capito che doveva assolutamente far chiarezza nel suo cuore e capire cosa realmente provava. L’atteggiamento sorprendente che Alain aveva avuto nei suoi confronti l’aveva turbata, ma non tanto il suo gesto sconsiderato, quanto la sua reazione. I suoi pensieri...per Andrè. Si sentiva ormai fragile, pronta a soccombere, ma stranamente non provava rabbia o altro. Orami aveva capito che non poteva nascondersi in eterno, che la sua vita le apparteneva e che soprattutto doveva smettere di fingere con sè stessa.
Dal canto suo Andrè non si era reso conto che lei lo stava osservando. Comunque non era sua intenzione andar oltre con quella ragazza.
<<Tutto bene senior?>> chiese preoccupata lei, che aveva notato che Andrè aveva delicatamente ma prontamente ritirato la mano al suo contatto.
<<Certo, nessun problema>> disse lui, un poco infastidito dalla troppa socievolezza della damigella.
<<Sentite Luisa io...>> ma venne interrotto da Alain che sopraggiungeva insieme ad una deliziosa spagnola sottobraccio.
<<Andrè amico mio!!! Bella la vita eh?>> e gli strizzo l’occhio.
<<Soldati sull’attenti! In marcia, non c’è tempo da perdere!>>
Oscar era sopraggiunta da dietro e la sua voce era alquanto alterata.
<<Bene Comandante.... - disse Alain di malavoglia - Madamigella, spero di rivedervi presto......>> e si profuse in un delizioso baciamano, per nulla intimorito dal tono autorevole del suo Comandante.

<<Andrè, non ti sei accorto di nulla?>>, domandò Alain dopo un po', mentre cavalcavano verso Parigi
<<Come?>>
<<No dico, non ti sei accorto di come la tua Oscar è piombata dietro di te, nella locanda?>>
<<Alain, tu sogni! Hai un appuntamento stasera?>> rispose Andrè, sogghignando.
<<Andrè, amico mio. Mi sa che sei tu che non hai capito nulla!>> e così dicendo partì al galoppo in direzione della carrozza delle cameriere del Principe.
Improvvisamente si udirono degli spari.
<<Uomini attenzione!! Occhi aperti!>> e, mentre il comandante delle guardie spagnole diceva altrettanto ai suoi soldati, Oscar partì al galoppo verso la radura.
Una figura, mascherata, fra i cespugli.
<<Comandante! E’ fuggito!>>
<<Andate avanti, io vi seguirò! Alain, prendi il comando!>> e partì in direzione della fuga dell’uomo mascherato.
<<Oscar, aspetta! Vengo con te!>> Andrè non esitò neppure un istante e si lanciò all’inseguimento.
Altri spari. Provenivano dalla radura. Oscar.....
Quando lui arrivò, vide due figure che si fronteggiavano.
<<Posa quel fucile e allontanati>> Oscar stava puntando la pistola contro un uomo con una maschera sul volto.
Andrè seguì la scena da dietro un cespuglio, pronto ad intervenire se fosse stato necessario.
L’uomo posò il fucile ed alzò le mani.
Improvvisamente però da dietro un albero sbucò una seconda figura, mascherata, con una pistola. Oscar non fu abbastanza veloce da accorgersene ma Andrè, il quale aveva assistito alla scena, non perse un secondo e si lanciò sull’uomo.
<<Andrè!!>>
Il primo uomo era fuggito e Oscar stava assistendo alla furibonda lotta tra Andrè e il malvivente. Sempre con la pistola puntata, non si decideva a far fuoco per paura di colpire l’amico. Ad un certo punto però si udì un colpo. L’eco fece volar via alcuni uccelli da dietro un cespuglio. L’uomo si alzò e fuggì. Andrè era rimasto a terra, immobile.
<<Andrè....>>

 
Fine 2° parte

 
                                                                                                                                                                Alex

 

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